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A FETTINA D'O ZZU TONINO

  • INSEGNA:
  • A FETTINA D'O ZZU TONINO
  • INDIRIZZO:
  • Via Bausan, 16
  • COMUNE:
  • Catanzaro
  • TEL:
  • 0961-31664
Si consiglia l’abito scuro.

La Segugia “Cavaliera Golosissima” (attenzione ai nickname che scegliete, potreste essere accusati di “usurpazione di titolo”) ha suggerito ai Cavalieri della Tavola Rotonda di indagare su questo ristorante/macelleria di Catanzaro Lido; e noi accogliamo l’invito.

Si tratta di un format già sperimentato da diversi anni nelle principali città d’Europa: affiancare ad un preesistente punto vendita, un punto ristoro dove consumare gli stessi prodotti, declinati in un profluvio di opzioni gastronomiche.
Secondo alcuni lo spunto iniziale è stato fornito dalla volontà di replicare il successo delle “Osterie con cucina” e delle tradizionali “Latterie”.

Gli imprenditori più audaci e creativi si sono quindi cimentati con macellerie e pescherie, realizzando, di fatto, un format che ha avuto grande riscontro e un numero imprecisato di varianti.
Un fioraio ha addirittura trasformato il suo negozio in un luogo charmant dove gustare una poetica, e forse improbabile , “cucina floreale”.

A Catanzaro Lido, sicuramente con meno charme, come appare inequivocabilmente dalla stessa insegna (A fettina d’o zzu Tonino), è sorto questo ristorante-macelleria, recensito con onestà e spirito critico dalla nostra amica Segugia.

Si entra direttamente nella sala macelleria e da qui il locale si sviluppa su ulteriori due sale, con un’appendice esterna (un grande dehor, adatto per le tavolate estive). La cucina è a vista, così come “trasparente” nel loro essere ruspante sono la gestione, il servizio e la linea di cucina.

Il cortocircuito si registra invece con la struttura e l’arredo che sono fuori registro in relazione al tipo di locale; sarebbe stato più coerente un arredo rustico e un ambientazione meno impersonale.
I piatti proposti sono invece in linea con la cucina locale, “sanizza e abbondante”, ad un costo veramente basso e con la possibilità di fare un pranzo completo, a mezzogiorno e la sera, sabato escluso, con appena 10 euro.
Di fronte a cifre simili, se non si è avvelenati o maltrattati, è difficile fare critiche sensate.
E infatti, nonostante la crisi, o proprio per questo, il flusso di clientela è costantemente elevato, a testimoniare che i gestori, quanto meno da un punto di vista imprenditoriale, hanno saputo sintonizzarsi con le richieste del territorio, essendo quello che sono e facendo quello che sanno fare.

Questo rapporto, che vede da una parte il territorio e la clientela possibile e dall’altra l’identità e le competenze professionali di chi gestisce è uno dei punti più delicati e trascurati. Troppo spesso i gestori, o gli aspiranti tali, immaginano un “locale ideale”, che magari hanno frequentato in altri luoghi e in differenti contesti, e una clientela anch’essa “immaginaria” e soprattutto fanno affidamento su competenze personali che in realtà non possiedono o sopravvalutano. Con quel che ne consegue.

Sicuramente “A fettina d’o Zzu Tonino” non è un luogo curato e raffinato, né la cucina proposta brilla per originalità o qualità eccelsa; ma non è questo che promette il locale e quindi, secondo i Cavalieri viene rispettata la regola aurea che è alla base del loro “antico ordine recensorio”: Le attività, salvo le caratteristiche imprescindibili legate ad igiene e cortesia, vanno giudicate in base al rapporto tra aspettative create dalla gestione e valori realmente percepiti dal cliente.

E’ questo punto di equilibrio che ci guida e ci consente di valutare, con la stessa serenità di giudizio, una trattoria periferica e un ristorante pluristellato.

E quindi andate con tranquillità da “A fettina d’o Zzu Tonino”, ricordando che è consigliato l’abito scuro (“ca u sucu allorda”).




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